Duilio Cambellotti

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Duilio Cambellotti (Roma 1876 - 1960) è stato uno scultore e pittore italiano del XIX e XX secolo. Frequenta fin da giovanissimo il laboratorio artigiano del padre, intagliatore in legno e decoratore; quindi dopo essersi diplomato in ragioneria, si iscrive al Museo Artistico Industriale, dove segue il corso di decorazione in pittura e in disegno applicata alle industrie artistiche. Appena terminati gli studi, inizia la propria attività di designer progettando spille, cornici, cofanetti, specchi e lampade in stile liberty. Dopo un breve soggiorno in Grecia e in Turchia, durante il quale lavora alla decorazione del padiglione a due piani che il Sultano ottomano si fa costruire a Costantinopoli (1898), comincia ad operare nel campo dell'illustrazione. Dal 1903 elabora un ciclo di vasi in bronzo con motivi di animali, che poi presenta alla Esposizione Internazionale di Belle Arti a Roma (1905). Si afferma anche come scenografo: il suo primo lavoro è destinato alla compagnia del teatro Stabile di Roma, che mette in scena il Giulio Cesare di Shakespeare. Nel 1911 è presente ancora all'Esposizione Internazionale di Roma, con il suo capolavoro, il bassorilievo Cavalli della palude pontina. La sua prima personale si tiene nel 1919 presso la Bottega d'Arte Moderna di Roma. Cambellotti continua ad eseguire lavoridi decorazione, e crea ceramiche e altri oggetti, ad illustrare libri, ma realizza anche monumenti di possente visione architettonica e grande evidenza volumetrica (Monumenti ai Caduti di Terracina e di Fiuggi). Nel 1923 e nel 1925 alla guida del Gruppo degli Artisti Romani alla Esposizione Internazionale di Arti Decorative a Monza, mentre nel 1929 partecipa alla Biennale di Venezia con una scelta del proprio lavoro di scenografo in una sala ordinata da Margherita Sarfatti. Divenuto Accademico di San Luca (1930), si dedica con rinnovato impegno ad opere di carattere decorativo (Palazzo degli uffici dell'Acquedotto pugliese a Bari, 1931; sala della Prefettura di Latina e Basilica della Passione di Gerusalemme, 1934). Tra il 1949 e il 1959 porta a termine il ciclo di xilografie Leggende romane, composto da trentacinque grandi legni scolpiti come sculture. È l suo ultimo lavoro, poiché l'artista si spegne nel gennaio del 1960 dopo una breve malattia. Nel 1988 si è tenuta a Firenze la mostra "Duilio Cambellotti e la ceramica a Roma dal 1900 al 1935", curata da Mario Quesada; successivamente ricordiamo l'antologica di Matera. Di recente, opere dell'artista so- no state presentate alla mostra "Roma anni Venti" (1990).

Fonte: La Scultura italiana del primo Novecento

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